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Butter Mag

YOU WON'T KNOW

18 Aprile 2013, 14:20pm

Pubblicato da Valerio Martini

di Valerio Martini
Io ho parecchi problemi.

In questa sede ne toccherò solo due, uno di questi, credo, sia importante da divulgare.

Il mio primo problema è che non riesco a stare per più di 10 secondi con delle monete in mano, praticamente dopo qualche secondo comincio a scapocciare internamente e maledire chiunque abbia deciso di creare questi cosi rotondi, che puzzano di vecchio e che ogni volta che li tengo in mano poi mi devo lavare le mani, però fuori mantengo un’aplomb vero, da damerino inglese e quindi nessuno nota niente.

l mio secondo problema di cui parlerò oggi invece è il fatto che sono una persona terribile in fatto di musica. Non riesco ad essere al passo con i tempi e se ci riesco, parlo solo di musica che non interessa a nessuno o che era di moda almeno due anni prima.

Quindi quando mi è stato chiesto di parlare di musica qui su Butter Mag, la cosa m’ha fatto ridere perché il pensiero di parlare di un disco come “The Vertigo Of Bliss” dei Biffy Clyro quando tutti quanti parlate di quant’è un capolavoro “Opposites” (v’ho visto, ci state tutti in fissa ma io ancora lo devo sentire) mi farà sempre sentire a “disagio”. “Disagio” che poi effettivamente mi creo se vi vengo a parlare di almeno 5 dischi a settimana che non so se avete mai sentito nominare e probabilmente manco vorrete ascoltare alla lunga. Io però ci provo, vi faccio vedere com’è vivere la musica a modo mio, scordandomi che vi siete tutti tagliati il ciuffo e vi siete alzati dalle scalette di Piazza Del Popolo per poi andare a fare i danni in tutte le scene del mondo.

Comincio parlandovi del disco di debutto di Brendan Kelly And The Wandering Birds: lui, cantante dei The Lawrence Arms (una delle migliori band del panorama punk rock melodico/orgcore di sempre) e dei The Falcon, tira fuori questo “I’d Rather Die Than Live Forever”, 12 pezzi di folk sporcati di punk, un po’ qua e un po’ là. Con pezzi come “Suffer The Children, Come Unto Me”, “Your Mother”, “A Man With The Passion Of Tennessee Williams”, non potrete essere conquistati dalla voce roca e graffiante di Brendan Kelly (che tra l’altro, sui dischi dei Lawrence Arms, c’ha un’altro timbro ma vabbè) o almeno dalla copertina del disco, dove si presenta vestito con una maglietta di Lady Gaga, accompagnato da una tizia, che in realtà è un tizio, coperto da passamontagna.

VOTO:8/10

ASSOLUTAMENTE CONSIGLIATO !!!

 I The Forecast sono una delle band più sottovalutate del panorama emo. Sicuramente non inventano nulla di nuovo a quanto fatto già negli anni 90 e inizi 2000 da gente come The Promise Ring, The Get Up Kids e altri ancora, si spostano più su quella vena pop-punk e un po’ più scanzonata di gente come Hot Rod Circuit e Moneen, rimanendo leggermente un gradino sotto. Questo disco omonimo del 2010 è comunque un titolo estremamente coinvolgente sull’ascolto di lunga durata, con pezzi come “Illinois”, “If I’m Not Mistaken” ed “Heads Will Roll”: belli anche gli accenni country di “Snake Charmer”

VOTO:7,5/10

CONSIGLIATO!

Lo split degli A Day In Black And White con i Black Castle è una chicca per intenditori. La parte con gli A Day In Black And White è puro eargasm: partono con una versione live di “In A Grove”, splendida cavalcata post-rock, per poi passare dal tormento autodistruttivo di “What Do You Want Me To Do, Sign Your Freakin’ Yearbook” (con echi del migliore screamo, The Saddest Landscape su tutti), terminando con l’epica “Part One” dove il meglio di entrambi i pezzi trova la perfetta coesione. La parte con i Black Castle invece lo dico subito, fa cacare. Fanno uno screamo senza fronzoli, con tanto di tastiere new-wave, roba bruttina insomma.

VOTO:6/10

Avete presente quegli amici che li vedi una volta ogni tanto e continuano a fare le stesse cose, anno dopo anno? Il primo anno ti fa ridere un botto, ti diverti qualsiasi cosa dica e poi ti accorgi anni dopo, che in realtà lui ha quasi 40 anni, vive coi genitori e passa tutto il tempo a memorizzarsi le pornostar per trovarle meglio su Youjizz e che sarebbe meglio evitarlo. Ecco, questo “E-Harmony Rejected Me” dei The Bugs (band del bassista dei The Queers, Dangerous Dave) mi ha fatto quest’effetto. Statene alla larga.

VOTO:3/10

Concludo invece con il discone della settimana (del 2012), questo “Short Songs” dei Silverstein che rappresenta per me il vero ritorno della band canadese. Qui dentro c’è tutta un’antologia perfetta della musica del quintetto di Burlington: si passa dai pezzi più hardcore come “La Marseillaise” o come “SOS” (forti gli echi del nuovo hardcore alla More Than Life in quest’ultima) ai pezzoni emo pop punk come “One Last Dance” e “Brookfield” con una continuità disarmante. C’è da dire che una delle cose migliori di questo disco è l’immediatezza: infatti, come il titolo fa ben capire, i pezzi non superano mai il minuto e mezzo e quasi tutti convincono alla grande. La seconda parte del disco però devo ammettere che è quella che mi ha fatto più volare di tutti: qui si percepiscono tutte le influenze e l’enorme cultura musicale di una band che ripesca con delle cover. Tra i nomi chiamati in causa troviamo Descendents, Orchid (già il fatto che siano andati a pescare da “Dance Tonight! Revolution Tomorrow!”, che è un capolavoro e che tutti almeno una volta dovrebbero sentire, la dice lunga sulla caratura della band), Green Day (con un’oscura “The Ballad Of Wilhelm Fink” che è più un’omaggio alla compilation “Short Songs For Short People” a cui evidentemente si ispira il disco), GOB e addirittura una “Scenes From A Parisian Life” dei The Promise Ring, registrata magistralmente. Un’ottimo ritorno e un vero e proprio ABC dell’emo/hardcore/pop-punk per quelli che si avvicinano per la prima volta a questo genere.

VOTO:8/10

ASSOLUTAMENTE CONSIGLIATO!!!

Qui potete ascoltare tutti i brani citati:
http://open.spotify.com/user/1169987006/playlist/67LkruzMqbi252FN6EEGD1
 

YOU WON'T KNOW
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